Peter Solenberger
Le operazioni di voto delle dolorose e dispendiose elezioni americane 2024 sono terminate il 5 di novembre. La conta dei voti sta andando avanti mentre sto scrivendo, 10 novembre, ma i risultati generali sono chiari.
Donald Trump ha vinto il suo secondo mandato presidenziale. I repubblicani hanno la maggioranza al Senato e sembrano avviati verso una sottile maggioranza alla Camera dei Rappresentanti. L’equilibrio nei governatorati statali è invariato. Sette dei dieci referendum statali sull’aborto sono stati vinti dalla parte pro choice. In Florida, un’iniziativa a favore dell’aborto ha ottenuto il 57% dei voti, ma non ha superato la soglia del 60% per l’approvazione.
In questo articolo, che fa seguito al mio precedente, affronterò quattro domande: 1) Cosa è successo nelle elezioni statunitensi del 2024? 2) Perché è successo? 3) Cosa succederà dopo? 4) Cosa si deve fare?
CHE COSA È SUCCESSO NELLE ELEZIONI 2024?
Si stima che siano stati 154,8 milioni di persone ad aver votato alle elezioni statunitensi del 2024, su 244,7 milioni di aventi diritto al voto.
Un tasso di partecipazione del 63,3%. Questo dato è in calo rispetto al tasso di partecipazione del 2020, pari al 66,4%, ma è ancora piuttosto elevato per gli standard statunitensi.
Trump ha attualmente 74,7 milioni di voti, il 50,5% del conteggio. Kamala Harris ha 71,0 milioni di voti, il 48,0% del conteggio. Questi numeri cambieranno man mano che verranno conteggiati altri voti. Molto probabilmente Harris ridurrà il divario tra il suo totale e quello di Trump, dal momento che la maggior parte dei voti non conteggiati si trova in aree democratiche, ma il divario è troppo grande perché possa recuperare. Trump ha attualmente un vantaggio di 312 a 226 nel Collegio Elettorale, un dato che difficilmente cambierà.
I repubblicani hanno guadagnato tre seggi al Senato e probabilmente ne guadagneranno un altro, ottenendo così una maggioranza di 53 a 47. Finora i repubblicani hanno conquistato 213 seggi alla Camera, i democratici 205 seggi, in 17 competizioni sono testa a testa. Quando queste saranno decise, è probabile che i repubblicani avranno mantenuto la loro risicata maggioranza.
A livello statale, come già detto, nessun governatore è passato di mano, e le battaglie per il diritto dell’aborto hanno vinto in sette referendum, hanno ottenuto la maggioranza in otto e hanno perso solo in due.
L’attuale risultato di Trump, pari a 74,7 milioni di voti, è in leggero aumento rispetto a quello del 2020, pari a 74,2 milioni. L’attuale risultato di Harris, pari a 71,0 milioni, è in netto calo rispetto al conteggio di Biden per il 2020, pari a 81,3 milioni. Il divario potrebbe ridursi man mano che vengono conteggiati altri voti, ma il dato principale sembra chiaro: milioni di persone che hanno votato per Biden nel 2020 non hanno votato per Harris.
I tre candidati presidenti di sinistra hanno ottenuto quasi 900,000 voti: 699,151 per Jill Stein del Green Party, 124,635 per Claudia De la Cruz del Party of Socialism and Liberation (PSL), e 67,867 per Cornel West, un indipendente nero radicale.
PERCHÉ È SUCCESSO?
La sconfitta di Harris è in parte espressione del razzismo e del sessismo endemici nella politica statunitense e fomentati dalla demagogia di Trump. La candidatura di Barack Obama riuscì nel 2008 a superare la barriera razziale. La candidatura di Hillary Clinton non riuscì a superare la barriera di genere nel 2016. La candidatura di Harris non è riuscita a sfondare la doppia barriera nel 2024.
La sconfitta di Harris è anche un’espressione del funzionamento del sistema politico statunitense, già descritto in Capitalismo, democrazia ed elezioni americane del 2024. La separazione dei poteri, il sistema di pesi e contrappesi, il collegio elettorale, il Senato, l’ostruzionismo, la nomina a vita dei giudici della Corte Suprema, i diritti degli Stati, l’influenza corruttrice del denaro in politica, la porta girevole tra governo e imprese, i media istituzionali e tutti gli altri aspetti antidemocratici del sistema politico statunitense fanno sì che il governo possa fare solo ciò che la classe dirigente vuole.
Il risultato a livello federale è un’alternanza di governo tra i due partiti capitalisti, generalmente ogni otto anni. Un partito fa promesse, mobilita la sua base, viene eletto, non riesce a mantenere le sue promesse, scoraggia la sua base, non viene votato, dando all’altro partito il suo turno. L’alternanza tra democratici e repubblicani intrappola i lavoratori nella ricerca infinita del male minore.
Nel 2008, Barack Obama ha promesso un «change we can believe in» (cambiamento in cui credere), non è riuscito a mantenerlo e ha deluso la base democratica. Nel 2016, Hillary Clinton, Segretario di Stato di Obama, si è candidata come continuatrice dell’amministrazione Obama. Un numero sufficiente di elettori l’ha abbandonata e ha perso, consegnando la presidenza a Trump.
Nel 2020, Joe Biden è stato eletto grazie alla repulsione popolare nei confronti di Trump, ma questo ha interrotto, piuttosto che annullato, lo schema. L’amministrazione Biden ha prodotto pochi cambiamenti nella politica del governo, anche in materia di immigrazione, dove la retorica di Biden e Trump era molto diversa. Nel luglio 2024, l’amministrazione Biden è tornata alla politica di Trump di respingimento di tutti i richiedenti asilo al confine meridionale rimandandoli in Messico.
Nel 2024, Trump ha conquistato la maggioranza degli elettori bianchi della classe lavoratrice grazie a due temi principali: l’economia e l’immigrazione. L’amministrazione Biden si è vantata di quanto l’economia stesse andando bene: un “atterraggio morbido” dalla crisi del Covid. Ma per la maggior parte dei lavoratori, questo “atterraggio morbido” è stato un ritorno al punto in cui si trovavano sotto Trump prima del Covid, con la differenza che i tassi di interesse e i costi di cibo, energia e abitazioni erano adesso molto più alti. Per quanto riguarda l’immigrazione, l’amministrazione democratica è sembrata aver adottato la politica di Trump.
I democratici non hanno dato una risposta adeguata né sull’economia né sull’immigrazione. Non hanno potuto sostenere misure per redistribuire il reddito dai capitalisti ai lavoratori, perché sono nelle mani dei capitalisti. Non sono abbastanza coraggiosi da dire che gli Stati Uniti hanno bisogno di più immigrati per compensare l’invecchiamento della popolazione, e che gli immigrati hanno bisogno di pari diritti.
Harris e i democratici hanno fatto campagna elettorale principalmente sul tema della democrazia e sul diritto all’aborto. La democrazia era un argomento forte per i progressisti relativamente benestanti, ma aveva poca risonanza con la maggior parte degli elettori. I democratici erano troppo corresponsabili della deportazione degli immigrati, dello smantellamento degli accampamenti dei senzatetto, della militarizzazione della polizia e della repressione delle azioni di solidarietà con la Palestina per essere credibili. I loro tentativi di perseguire penalmente Trump hanno avuto l’apparenza di un utilizzo delle loro cariche per punire i loro nemici.
Il diritto all’aborto è stato il tema più sentito dai democratici. Trump ha dichiarato di essere stato contrario a un divieto di aborto a livello nazionale. e che porrebbe il veto se arrivasse sulla sua scrivania. Ma ci si può aspettare che sosterrà misure per impedire alle donne, negli Stati che vietano l’aborto, di ottenere aborti terapeutici o fuori dallo Stato. L’argomento aborto era forte, ma non era sufficiente.
COSA CI ASPETTA?
Se i repubblicani conquistano la Camera dei Rappresentanti avranno realizato una tripletta – la presidenza ed entrambe le camere del Congresso – e una maggioranza dia sei a tre alla Corte Suprema. Il secondo governo Trump si muoverà sicuramente per estendere i tagli fiscali per i ricchi varati dal primo governo Trump e destinati a scadere l’anno prossimo.
Cercherà di ridurre i regolamenti governativi sui limiti alle emissioni, alle trivellazioni e al fracking per il petrolio e il gas, e a quelli per promuovere i veicoli elettrici. I tagli saranno dannosi, ma il governo Biden non stava facendo neanche minimamente abbastanza. E l’amministrazione ha i suoi conflitti interni: il più grande sostenitore di Trump è Elon Musk, che guadagna miliardi vendendo veicoli elettrici.
L’amministrazione Trump renderà più duro il controllo delle frontiere, ma l’amministrazione Biden era già tornata alla politica trumpiana di respingimento dei richiedenti asilo. Trump parla di radunare e deportare gli immigrati privi di documenti, ma l’economia statunitense ha bisogno di loro, in particolare nell’agricoltura, nell’edilizia, nella lavorazione della carne, nei ristoranti e negli alberghi. Lo stesso Trump guadagna milioni di euro grazie a lavoratori senza documenti nei suoi hotel, casinò e campi da golf. Questo limiterà ciò che potrà fare, a parte sbraitare.
La Corte Suprema ha stabilito che gli Stati possono fissare le condizioni del diritto all’aborto. La maggioranza degli Stati ora protegge questo diritto, compresi i sette che hanno votato in tal senso quest’anno. Sarebbe molto difficile per i governi degli Stati anti-choice (anti-aborto) impedire alle donne di recarsi in altri Stati per abortire o di ottenere mifepristone e misoprostolo per aborti terapeutici.
Il Dipartimento di Giustizia di Trump tornerà probabilmente alla posizione del 2017, secondo cui il Titolo VII della Legge sui diritti civili del 1964, che vieta la discriminazione basata sul sesso, non si applica all’identità di genere. Negli Stati più progressisti, le persone transessuali saranno ancora protette dalla legge statale, ma i loro diritti saranno costantemente attaccati.
Nel complesso, Trump aspira a fare più danni di quanti ne possa fare. La sua amministrazione sarà crudele e odiosa, ma anche inetta. Probabilmente presiederà alla prossima recessione, che potrebbe condannare il prossimo candidato repubblicano.
CHE FARE?
L’elezione di Trump è un duro colpo, ma non è la fine della democrazia statunitense o della lotta di classe. La democrazia è ancora il miglior involucro possibile per il capitalismo, e il sistema bipartitico serve ancora molto bene i capitalisti. La lotta deve continuare nei picchetti e nelle strade.
I compiti dei rivoluzionari rimangono fondamentalmente quelli di prima: costruire sindacati e altre organizzazioni di massa, promuovere la democrazia e la militanza, guidare le lotte, smascherare il capitalismo, l’imperialismo e il sistema bipartitico, resistere al militarismo e alla guerra, creare solidarietà con la Palestina e impegnarsi in tutte le altre lotte contro l’oppressione, costruire partiti dei lavoratori, partiti rivoluzionari e un’Internazionale rivoluzionaria.
(traduzione di Antonio Banchetti)