International Trotskyist Opposition
Opposizione Trotskista Internazionale

La guerra in Ucraina a un anno di distanza. Nessuna fine in vista

Fuori le truppe russe dall’Ucraina!
Né Russia né NATO!
Per un’Ucraina indipendente e socialista

Un anno fa, il 24 febbraio 2022, i soldati russi invadevano l’Ucraina. Le truppe erano state ammassate al confine tra Russia e Ucraina, ma pochi osservatori pensavano che sarebbero entrate. Pochi pensavano che il governo russo fosse così sciocco. Ma alla fine sono entrate.

Il governo, l’esercito e il popolo ucraino hanno resistito, confinando gli invasori nei cinque oblast’ sudorientali da Lugansk alla Crimea. Un anno dopo, la guerra rimane uno stallo militare lungo una linea del fronte di 600 miglia.

Inizialmente gli ucraini hanno combattuto con armi lasciate dall’era sovietica o prodotte dalla propria industria bellica. Ma quando queste si sono esaurite, gli Stati Uniti e la NATO hanno inviato armi per sostituirle. Stati Uniti e NATO hanno inoltre imposto sanzioni alla Russia e hanno iniziato a tagliare i legami economici, soprattutto l’importazione di petrolio e gas russo. Gli Stati Uniti, in particolare, hanno visto nella guerra un’opportunità per indebolire la Russia e mettere in guardia la Cina.

L’estrema sinistra si divise sull’invasione. La maggior parte dei rivoluzionari l’ha denunciata e ha chiesto alla Russia di ritirare le proprie truppe. Ma le spedizioni di armi e le sanzioni USA-NATO hanno portato alcuni a concludere che la guerra è una guerra per procura tra blocchi imperialisti, in cui non sostengono nessuna delle due parti.

L’Opposizione Trotskista Internazionale (OTI), in fase di ricostituzione all’inizio della guerra, sostiene l’Ucraina contro la Russia, si oppone a entrambi i blocchi imperialisti e rivendica l’unica soluzione piena e giusta alla guerra: un’Ucraina socialista indipendente.

In occasione dell’anniversario della guerra, ripercorriamo gli eventi e traiamo da essi una lezione.

La guerra finora

Il ‘piano russo A’ consisteva in uno shock and awe per costringere l’Ucraina alla sottomissione, prendendo a modello l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti nel 1991 e nel 2003. Il piano è fallito. La Russia aveva inizialmente troppe poche truppe per prevalere se l’Ucraina avesse resistito, e così è stato. Il governo ucraino rifiutò di sottomettersi, l’esercito tenne duro e il popolo si mobilitò.

Non potendo prendere Kiev, il comando russo ha ripiegato sul ‘piano B’, conquistando l’arco di quattro oblast’ a confine con la Russia e fornendo un ponte terrestre verso la Crimea. Questo piano ha avuto successo. L’assalto iniziale russo ha portato all’occupazione della maggior parte dell’arco, e la conquista di Mariupol nel maggio 2022 completò il ponte terrestre.

Le forze russe hanno preso Sievierodonetsk a giugno e Lysychansk a luglio, completando la presa dell’Oblast di Lugansk, ma non sono riuscite ad avanzare nella parte occidentale di Donetsk, dove hanno affrontato la parte migliore dell’esercito ucraino.

Esasperati a nord e a sud, i russi sono stati costretti a ritirarsi su posizioni più difendibili. Hanno abbandonato l’Oblast di Kharkiv e Lyman, nel nord di Donetsk, a settembre, e Kherson a novembre. Le truppe ucraine si sono spostate nelle aree che i russi hanno lasciato. Lo slancio sembrava essersi spostato dalla parte ucraina e il governo parlava di offensive a sud e a nord. Ma queste offensive non vi sono state, nel mentre arrivava l’inverno.

Le forze russe, comprese le unità dell’esercito regolare e del Gruppo Wagner, hanno continuano a lavorare duro a Bakhmut, nel nord di Donetsk. Il loro piano era di riprendere il movimento a tenaglia da nord e da sud per espellere l’esercito ucraino da Donetsk. Fondamentalmente, però, la situazione militare rimane di stallo.

Nei primi mesi di guerra, le truppe ucraine hanno combattuto con armi e munizioni dell’era sovietica o prodotte dall’industria bellica ucraina. Man mano che queste si esaurivano, ottenevano rimpiazzi dalla Polonia e da altri Paesi dell’ex Patto di Varsavia, e poi nuove armi dagli Stati Uniti e dalla NATO.

Le armi comprendono obici e sistemi missilistici HIMARS, che hanno dato all’Ucraina una certa parità di potenza di fuoco in prima linea, ma non sono state inviate armi a più lungo raggio che avrebbero permesso all’Ucraina di colpire la Russia. In quello che potrebbe essere stato un accordo implicito, la Russia si è generalmente astenuta dal colpire obiettivi ucraini dietro le linee del fronte. Né la Russia né la NATO volevano un’escalation della guerra fuori controllo.

Nell’ottobre 2022, le forze speciali ucraine hanno bombardato il ponte sullo Stretto di Kerch. Da allora, l’aviazione russa ha preso di mira le infrastrutture in tutta l’Ucraina e la popolazione ha dovuto sopravvivere all’inverno con calore e luce limitati. L’escalation era probabilmente inevitabile, visto lo stallo del fronte.

E adesso?

Con l’arrivo della primavera, è quasi certo che l’Ucraina e la Russia lanceranno offensive per cercare di superare la situazione di stallo. Dal punto di vista tattico, il compito principale dell’Ucraina è quello di tagliare il ponte terrestre russo spingendosi a sud verso il Mar Nero. Il compito principale per i russi è quello di espellere l’esercito ucraino dalla parte occidentale di Donetsk chiudendo la sua tenaglia da nord e da sud.

Non è affatto chiaro se una delle due parti possa raggiungere il proprio obiettivo. I combattimenti hanno assunto un carattere da Prima Guerra Mondiale, ma con armi del XXI secolo. Le due parti si bombardano a vicenda con l’artiglieria e i missili, mentre la fanteria non riesce ad avanzare, perché ognuna delle due parti è troppo profondamente trincerata.

Il governo ucraino ha chiesto carri armati per aiutare le sue forze a sfondare. I governi statunitense, tedesco, britannico e francese si sono opposti per molti mesi, affermando che i carri armati non sarebbero stati efficaci. Per ragioni di politica interna, alla fine hanno accettato. Decine di carri armati tedeschi Leopard 2 saranno probabilmente dispiegati entro la primavera.

Nella Seconda Guerra Mondiale, i carri armati tedeschi, sostenuti dal potere aereo, lanciarono la loro guerra lampo, affiancando o superando le linee francesi, britanniche e polacche. Da allora, il potere aereo ha spostato nuovamente gli equilibri, poiché i missili possono abbattere i carri armati.

I comandi statunitensi e tedeschi erano riluttanti a inviare carri armati costosi, difficili da mantenere e da usare in un teatro dove i missili russi avrebbero potuto distruggerli rapidamente. Ma i governi sentivano di dover fare qualcosa di più.

Andare al di là di questo sarebbe fare speculazioni. È possibile che le linee russe crollino e che l’Ucraina si riprenda gran parte del territorio che ha perso. È possibile che le linee ucraine crollino e che la Russia avanzi su Charkiv, Dnipro e Odessa.

È possibile che gli Stati Uniti e la NATO forniscano all’Ucraina armi a più lunga gittata e che la Russia reagisca con livelli di distruzione crescenti. È possibile che gli Stati Uniti e la NATO decidano che la guerra è troppo costosa e rischiosa e si tirino indietro.

È possibile che i lavoratori ucraini del nord e dell’ovest decidano che una guerra infinita a est non ha senso. È possibile che i lavoratori russi decidano che non vale la pena morire per occupare parti dell’Ucraina.

Tuttavia, l’esito più probabile è che l’attuale situazione di stallo continui fino a quando le due parti non saranno esauste e decideranno di smettere di combattere. Ciò che significherà non una pace giusta o duratura, ma un’interruzione temporanea dei combattimenti.

La convergenza di tre guerre

La guerra in Ucraina è complicata, perché vi convergono tre guerre. O, per dirla diversamente, la guerra ha tre aspetti.

Il primo aspetto è la guerra della Russia imperialista contro l’Ucraina capitalista ma non imperialista. La classe dirigente e l’élite governativa russa, guidata da Vladimir Putin, vogliono riaffermare il potere russo nel territorio dell’ex Impero russo. Per l’Occidente, ciò significa soprattutto riaffermare l’egemonia russa sull’Ucraina.

In questa prima guerra il popolo ucraino sta difendendo il proprio diritto a uno Stato nazionale contro un aggressore imperialista, di fatto il suo oppressore storico. In questa guerra i marxisti rivoluzionari devono sostenere l’Ucraina.

La seconda guerra è la guerra fredda tra il blocco di potenze imperialiste storiche guidato dagli Stati Uniti e il blocco Russia-Cina che lo sfida. Si tratta di un classico conflitto interimperialista. I marxisti rivoluzionari, in questo caso, non devono sostenere nessuna delle due parti.

La terza guerra è la guerra civile tra il governo centrale e la minoranza russa dell’Ucraina, concentrata nell’arco di territorio che va da Charkiv a Odessa. Questo conflitto è il più difficile da risolvere, poiché le persone che vivono nell’area sono divise: alcuni combattono per il governo centrale, altri per la secessione.

Gli accordi di Minsk II del 2015 hanno cercato di risolvere il conflitto nazionale all’interno dell’Ucraina attraverso l’uguaglianza linguistica e culturale e una struttura federale in cui le regioni avrebbero avuto ampia autonomia. Il federalismo avrebbe precluso all’Ucraina l’ingresso nella NATO, ma non necessariamente l’ingresso nell’Unione Europea, poiché l’accesso all’UE avrebbe potuto favorire anche la Russia.

Gli accordi sono falliti perché né il governo ucraino né i separatisti russi volevano il compromesso. Ma hanno indicato che la strada da seguire è quella di lasciare che la popolazione delle aree storicamente russe determini il proprio rapporto con gli Stati ucraino e russo. scegliendo di rimanere in Ucraina, di unirsi alla Russia – con pieni diritti democratici, tra cui l’uguaglianza linguistica e culturale e l’autonomia regionale – o di avere un proprio Stato.

Per i marxisti rivoluzionari, prendere posizione sulle tre guerre separatamente è, o dovrebbe essere, relativamente facile: a favore dell’Ucraina nella guerra russo-ucraina, contro entrambe le parti nella guerra fredda interimperialista e per il diritto all’autodeterminazione della popolazione nelle parti storicamente russe dell’Ucraina.

La difficoltà è come mettere in relazione le tre posizioni. Quando russi e ucraini si sparano addosso, quale aspetto predomina? L’Opposizione Trotskista Internazionale ritiene che il conflitto che si sta dispiegando sia ancora prevalentemente una guerra di difesa nazionale dell’Ucraina capitalista (ma non imperialista) contro la Russia imperialista.

I nostri compiti

I marxisti rivoluzionari sostengono la fine della guerra in Ucraina su basi giuste e democratiche: Russia fuori dall’Ucraina, no alla guerra fredda interimperialista e autodeterminazione per le aree storicamente russe dell’Ucraina. Questo nella prospettiva a lungo termine di un’Ucraina socialista indipendente, poiché nulla al di fuori di ciò potrebbe portare a una pace giusta e duratura.

I rivoluzionari di tutti i Paesi dovrebbero sostenere questa soluzione, ma i compiti variano da paese a paese.

In Ucraina i rivoluzionari devono sostenere lo sforzo bellico in qualsiasi modo possibile: combattendo nell’esercito o nelle Forze di difesa territoriale, organizzando attività di difesa dietro le linee, curando i feriti, riparando gli edifici danneggiati, mantenendo attiva l’economia e la vita del paese.

Ma oltre a sostenere lo sforzo bellico, devono aiutare la classe operaia a capire che i lavoratori russi non sono loro nemici e che gli Stati Uniti, la NATO, l’UE, gli oligarchi ucraini e il governo Zelensky non sono loro amici. Gli oligarchi e i loro governi stanno usando la guerra per subordinare l’Ucraina alle potenze occidentali. Stanno traendo vantaggio dalla guerra e ne approfittano per attaccare i diritti democratici e sociali.

I rivoluzionari devono esortare i lavoratori e i soldati a organizzarsi, a difendere i loro diritti, a contrastare ordini crudeli o stupidi, a proteggere le vite dei civili e dei soldati e a fraternizzare con i soldati russi, ogni volta che se ne presenta l’occasione.

In Russia i rivoluzionari devono fare tutto il possibile per ostacolare lo sforzo bellico. Devono smascherare le menzogne e gli interessi personali che si celano dietro la guerra, nonché la crudeltà e la stupidità con cui viene combattuta. Devono evitare la chiamata alle armi e aiutare gli altri a evitarla, oppure arruolarsi e organizzarsi nell’esercito. Devono continuare la lotta di classe, anche se, e soprattutto se, questa mina lo sforzo bellico.

Naturalmente, tutto questo deve essere fatto con attenzione e in gran parte in modo clandestino. Il RRP, Revolyutsionnaya Rabochaya Partiya (Partito Operaio Rivoluzionario) e altri rivoluzionari russi stanno dando un esempio di coraggio e integrità politica.

Negli Stati Uniti e in Europa i rivoluzionari devono sostenere il diritto del popolo e del governo ucraino di procurarsi armi da qualsiasi parte del mondo. Ma il loro ruolo non è quello di chiedere ai governi imperialisti di fornire armi. I governi lo stanno già facendo. Non siamo in una situazione da guerra civile spagnola. E la loro condizione per fornire armi è che l’Ucraina accetti un rapporto di dipendenza e di sudditanza.

Il ruolo dei rivoluzionari è piuttosto quello di pretendere che i loro governi cancellino il debito dell’Ucraina e forniscano le centinaia di miliardi di aiuti che saranno necessari per ricostruire il paese, senza alcun obbligo di rimborso. Dovrebbero pretendere che i loro governi cancellino il debito e forniscano aiuti all’Afghanistan e alle decine di altri paesi distrutti da interventi diretti e indiretti.

I rivoluzionari devono opporsi alla nuova guerra fredda e pretendere che i loro governi riducano le spese militari, chiudano le basi straniere, riportino a casa le truppe e sciolgano la NATO e tutte le altre alleanze imperialiste.

In Cina i rivoluzionari devono opporsi al proprio imperialismo nel suo tentativo di impadronirsi di Taiwan e di spartirsi il mondo con gli altri imperialismi. Devono chiedere al loro governo di convertire i prestiti concessi ai paesi più poveri in sovvenzioni e di cedere gli investimenti ai lavoratori. Devono cercare di impedire all’imperialismo cinese di aiutare l’imperialismo russo nella guerra in Ucraina.

In India, Brasile, Messico, Sudafrica, Turchia e altri paesi non belligeranti, i rivoluzionari devono far sì che i loro governi sostengano l’Ucraina nella guerra contro la Russia, siano neutrali nella guerra fredda fra i blocchi imperialisti e contrastino gli effetti della crisi di cibo, della crisi energetica e dell’inflazione sulla popolazione. Devono opporsi ai tentativi della loro classe dirigente di approfittare della guerra per perseguire le proprie ambizioni regionali.

In tutti i paesi i rivoluzionari devono continuare la lotta di classe, compresa la lotta per i diritti democratici e per la liberazione degli oppressi, e la lotta contro il cambiamento climatico e la devastazione ambientale. La guerra è un’altra ragione per odiare il capitalismo, non per fare pace con esso.

I due blocchi di potenze imperialiste sono in lotta per dominare il mondo. La classe operaia non ha alcun interesse nell’esito della loro lotta. Il suo interesse è il proprio potere e l’istituzione di un proprio governo, in ogni paese e nel mondo.

I rivoluzionari di oggi dovrebbero seguire l’esempio dei rivoluzionari dalla Lega dei Comunisti fino alla Terza e alla Quarta Internazionale. Dobbiamo organizzarci per aiutare la classe operaia a organizzarsi per porre fine al capitalismo e alla guerra.

Le truppe russe fuori dall’Ucraina
Né Russia né NATO. Contro tutti gli imperialismi
Per un’Ucraina socialista indipendente
Per una rivoluzione socialista in Russia

Per gli stati uniti socialisti d’Europa, da Lisbona a Vladivostok

Opposizione Trotskista Internazionale
24 Febbraio 2023